Mentre siamo in quarantena
Nel Nord Italia le regioni e, a cascata, i Comuni, hanno deciso la chiusura di diverse infrastrutture, tra cui teatri, musei, cinema, a volte bar, e soprattutto scuole; col che io mi sono trovato in ferie forzate, senza la possibilità di frequentare molti di quei locali che normalmente frequento quando sto a casa. Fortunatamente ho una quantità infinita di materiale da studiare - proprio adesso sto preparando un esame di Geografia Umana che a volte si fa perfino interessante, anche se più che altro è un ripassone. Ma non si vive di solo studio; quindi, chiuso in questa casa, con pochi posti dove andare, senza, ehm, fidanzata (si accettano candidature), come riempire il mio tempo libero? Ve lo dico subito, ve lo dico.
1. Col fatto che studiare = leggere libri e dispense, preferisco, per riposarmi, dedicarmi a un godimento più passivo. Sto recuperando un po' di film su Prime Video, e più sono ignoranti meglio è: Pacific Rim - La Rivolta, che nonostante Steven S. DeKnight, il mio amato scrittore di Buffy l'Ammazzavampiri e Spartacus, qui mi riesce sottotono; e poi ho pronto il secondo Jurassic World, a proposito di ignoranza pura. Perché volete mettere robot giganti e dinosauri incacchiati, quando là fuori il mondo ha chiuso le saracinesche?
2. Ma di film è giusto guardarne anche di impegnati: e ho in lista, sempre su Prime Video, Lady Bird, che ha vinto un quintilione di premi e ha fatto impazzire la critica l'anno scorso; e La profezia dell'armadillo, ritratto generazionale tratto dalla graphic novel di uno dei più importanti fumettisti italiani, cosa ve lo dico che già lo sapete, Zerocalcare. Curiosità a mille, soprattutto perché Secco è uguale.
3. Mi sono deciso a recuperare anche Disincanto, su Netflix - a cui da poco ho fatto l'abbonamento, quindi oh, tutto legale, tutto moralmente ineccepibile*. Episodi da venti minuti che prendono in giro il fantasy medievale, perfetti da incastrate qua e là, quando non hai la forza per fare altro.
4. Godimento passivo sì, ma solo fino a un certo punto. Leggere non smetto di leggere solo per quelle tre-quattro ore di studio a cui mi obbligo: in particolare sto rileggendo uno dei miei Calvino preferiti, Se una notte d'inverno un viaggiatore (a mani basse la sua opera migliore, insieme alle Cosmicomiche e al Cavaliere Inesistente), di cui parlerò volentieri sul mio profilo Instagram dedicato alle recensioni librarie. Sto anche mettendomi in pari coi vecchi numeri del New Yorker (guardate qui, se vi pare strano), che il lavoro mi aveva fatto accumulare sul tavolino della sala.
Anche voi siete annoiati da questa quarantena, Veri Credenti? Allora gioite, perché io sono qui per annunziare la buona novella: una sorpresa che è stata a lungo preparata nelle viscere di Psicologia e Scrittura, e che vi salverà da pensieri suicidi e dall'irrefrenabile voglia di farvi contagiare, pur di tornare alla vita sociale.
Cos'è?
Lo scoprirete se continuerete a seguirci.
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* Perché la pirateria è bella quando sei pischelletto, ma poi cresci e capisci che dietro alle cose che scarichi c'è gente che, sulla propria arte, ha il diritto di guadagnarci; e che nonostante i begli ideali di libera circolazione di sapere e arte, la pirateria non è un reato senza vittime. Vogliamo metterci a fare la guerra agli artisti, adesso? Sarebbe come rubare il pane dal fornaio, quando hai i soldi per comprarlo legalmente.
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