Cosmic Sin: L'unico peccato è guardarlo

Ho visto Cosmic Sin, il film di fantascienza di Edward Drake (scritto e diretto da) appena uscito in Italia. Il trailer era bello adrenalinico e mi dava l'impressione di qualcosa che potesse piacermi, tanto più che io adoro Bruce Willis dai tempi di Moonlighting.

Boy, was I wrong!


Questo articolo contiene spoiler. Non preoccupatevi, però: è impossibile togliere qualcosa a questo capolavoro del malfatto. Non è neppure un trash divertente. Leggete senza pensieri.

Innanzitutto, la trama. Il primo minuto e mezzo del film sembra carino. Una scritta su fondo nero ci informa dei progressi compiuti dall'uomo nella sua corsa allo spazio: dalla prima colonia su Marte (2031) fino al presente della pellicola, il 2500 e rotti, quando la Terra ha colonizzato molti pianeti grazie alla tecnologia del viaggio-quantico. L'unione degli Stati terresti e delle sue colonie è conosciuta come l'Alleanza (originalissssssimo). 

Ma non è tutto rose e fiori. 

Pochi anni prima, uno dei generali dell'Alleanza si è macchiato di un genocidio. Settanta milioni di esseri umani uccisi da una bomba-q (bomba quantica), perché appartenenti geograficamente a una colonia ribelle. Quindi, dico io - il film non si pone il problema -, non tutti soldati: si trattava per la maggior parte di coloni, i cui capi stavano cercando l'indipendenza. Sul canale Instagram del blog avevo parlato di qualcosa di simile quando ho recensito Authority di Warren Ellis.

Ora, colui che si è macchiato di questo genocidio è il nostro protagonista Bruce Willis. Il generale Bruce viene sgridato dal Senato dell'Alleanza - a quanto pare la decisione di usare la bomba-q è stata sua e solo sua... lui comunque ci convive benissimo, altro che i piloti che hanno sganciato le atomiche sul Giappone e che hanno spazzato via appena due città, le mammolette - e l'esercito lo congeda con disonore*. Forse sarebbe stato il caso di incarcerarlo, ma qui capisco il Senato, dato che metà dei terrestri (la metà americana, suppongo) lo considera il Salvatore della galassia, dato che ha bombardato dei civili indipendentisti.

Inizia il film vero e proprio, e l'idea resiste, sembra ancora buona. Su uno sperduto insediamento dell'Alleanza avviene il Primo Contatto, cioè il primo incontro tra la razza umana e una razza aliena. Per un incidente imbecille - anche qui, potevamo ottimisticamente sperare si trattasse di un incidente umano, e non della cattiva scrittura di Drake - l'uomo spara all'alieno. Il primo contatto è ostile per colpa nostra. La paura è che si sia dato inavvertitamente inizio a una guerra. 

Ecco, questo dubbio, che poteva essere il cuore di un discorso intelligente, visto che l'esercito reagisce sparando un'altra bomba-q e arrivederci, non stiamo a perderci il sonno, è subito dimenticato. Immediatamente gli alieni - generici alieni che prendono possesso dei corpi degli esseri umani - appaiono ostili e fisicamente diabolici oltre ogni possibilità di comunicazione. Più volte affermano, soffocando ogni dubbio sull'inizio incidentale della guerra, che il loro unico scopo è sempre e comunque stato il totale annientamento dell'umanità, a prescindere dal primo contatto. Così diventa chiaro quello che è il vero messaggio del film: la critica alla democrazia, rappresentata dal Senato dell'Alleanza (di cui, significativamente, non viene mai visto un solo rappresentante: in fondo non importa il punto di vista degli altri) che impastoia l'esercito. Si cerca di mascherarlo con un tema che poteva essere comunque affascinante, e cioè i limiti dell'autodifesa preventiva; ma, di nuovo, senza dialettica tra opinioni opposte, quello che ne risulta è solo una giustificazione ad libitum di ogni forma possibile di crimine di guerra, di ogni forma di attacco cieco e assassino all'avversario reale o presunto in nome... non del Sacro Egoismo di un Salandra, ma di una Sacra Paura elevata a modello di civiltà universale. Così, il fatto che il Primo Contatto sia stato ostile per colpa nostra rimane lì come una cosa che serve a prenderci in giro. Checché ne possiamo credere noi, il contatto con lo straniero è sempre ostile (vero, probabilmente), ma proprio nel senso di omicida.

Plasticosissime

Un altro generale, di cui non ricordo il nome ma che è interpretato da Frank Grillo, richiama Bruce come "consulente" in vista dell'imminente guerra - questo accade poche ore dopo il primo contatto, quando ancora non si sa nulla di preciso. Ricordiamo che Bruce si è macchiato dell'assassinio di settanta milioni di esseri umani e che per questo è stato pubblicamente allontanato dall'Alleanza... ma Frank, che è stato brutalizzato da Bruce quando Bruce era il suo superiore (per il suo bene: è così che l'esercito tira su i veri uomini!) non ha un attimo di esitazione. Tra l'altro sembra che Frank abbia una famiglia a casa e che questo crei tensione con il suo lavoro. Forse è stato piantato il seme per un conflitto emotivo su cui tornare nel corso del film? No, la famiglia a casa di Frank sparisce subito dai nostri radar. Ecco il primo di una serie di cliché mai sviluppati, messi lì da Drake senza coscienza di come si lavori a una narrazione, solo per imitazione di film altrui.

Bruce non vuole saperne di tornare nell'esercito. Teme di macchiarsi di un altro genocidio, stavolta di una civiltà che neanche conosce? Neanche per idea: fin dall'inizio, anche prima che si sia stabilito un contatto con gli alieni, insiste perché la bomba-q venga armata: una cosa che a quanto pare richiede 15 minuti e nessun tipo di decisione di gruppo. In effetti non si capisce bene perché Bruce non voglia tornare, dato che è evidente che adora l'esercito e adora come affronta le crisi. Comunque viene convinto con la promessa che gli verrà riconosciuta la pensione. La pensione. Sia un altro cliché che un enorme ridimensionamento della potenziale tragicità di un personaggio che poteva essere moralmente ambiguo. 

Bruce si porta dietro il suo secondo, la spalla comica; al gruppo si aggiunge l'altro generale, suo figlio che è un soldato semplice e che pure lui non ha contatti con la famiglia a casa, un amico del generale che muore subito, un'ingegnere carina che ha il solo compito di essere carina e inventarsi il piano più standard dell'universo**, e infine una soldato violenta e sfacciata che troveremo su una colonia attaccata dagli alieni. La soldato violenta e sfacciata ha giusto uno scambio di battute con la spalla comica. Questo scambio, che nella mente di Drake forse suonava fresco e provocante, lascia disorientati perché in effetti i due non si sono mai visti né parlati prima, e non si parleranno più neanche in seguito. Insomma, vediamo di nuovo il problema di Drake narratore: non è in grado di costruire nulla, nella storia o nei rapporti tra i personaggi; butta lì le cose perché nei film di fantascienza guascona che ha visto ci sono tutte... però non ne capisce i meccanismi. Non è neppure propriamente un prodotto citazionistico perché non è affatto ironico, in senso obliquo, e tantomeno è autocosciente.

Finalmente si è deciso a leggere la sceneggiatura

Il piano alla fine, come dicevo, è semplice. Gli alieni (che non sono solo parassiti, sono anche la solita "uni-mente aliena" che abbiamo incontrato suppergiù un milione di volte) hanno attaccato un pianeta dell'Alleanza. In orbita attorno al pianeta stanno costruendo uno Stargate per permettere a tutta la flotta di passare e dirigersi verso la Terra. Allora il nostro gruppo di eroi si teletrasporta sul pianeta. Lo fa di nascosto dal Senato dell'Alleanza - neanche glielo chiedono - perché sanno che tanto la democrazia vorrebbe impedir loro di salvare la razza umana, per pura crudeltà d'animo. 

Edward Drake è la Ayn Rand della marzialità. 

I nostri vogliono sparare la bomba-q nello Stargate in modo che arrivi al pianeta-madre degli alieni e annienti tutto il loro sistema stellare. Il piano, più che semplice, è estremamente semplicistico: chi dice che questo fermerà gli alieni? Chi sono, cosa vogliono, su quale tecnologia possono fare affidamento? Lo Stargate si aprirà davvero nel cuore del loro impero? Hanno un impero? Non si sa nulla. Solo una cosa è certa: una grossa bomba risolve tutti i problemi, anche quando non hai idea di quali siano i problemi che devi risolvere.

Naturalmente - wow! Alla fine Bruce e cumpa ce la fanno. Con una lunga sequenza con poco senso, ovviamente: un momento prima gli alieni assediano i nostri eroi, un momento dopo la regina degli alieni sale su un'astronave e Bruce la segue. Perché la regina (la chiamo io regina perché è evidente che lì l'uni-mente aliena si è compiaciuta: serve dire che il corpo che occupa è quello dell'ex-moglie di Bruce?), che stava guidando l'attacco, se n'è andata proprio quando i suoi hanno iniziato ad avanzare? E come ha fatto Bruce a superare il fronte nemico e a seguire la regina? Mistero. Poi la regina arriva al largo dello Stargate, esce nello spazio vuoto (a quanto pare i parassiti modificano il corpo dei loro ospiti, rendendoli in grado di sopravvivere nello spazio esterno); la bomba-q viene sparata nello Stargate, ma lei la intercetta e la blocca grazie a un potere che potrebbe essere tecnologico ma potrebbe anche essere pura e semplice telecinesi. Arriva Bruce, che non fa assolutamente nulla, la regina lo colpisce con una botta telecinetica; ma a quanto pare non ha pensato che questo libererà dalla sua morsa il missile con la bomba-q che aveva bloccato appena qualche secondo prima (forse doveva rimanere concentrata?) In questo modo condanna da sola la propria razza, vorrei ripetere, senza alcun intervento di Bruce

La fine. Bruce e gli altri sopravvissuti tornano a casa, gli alieni chiedono la pace, il Senato afferma di essere stato lui ad aver dato gli ordini per l'azione contro gli alieni (ipocriti! Voi, che avete sempre cercato di... be', non esattamente di ostacolarli. E neppure di... Oh, diavolo! Maledetti burocrati). Il peso della salvezza dell'umanità grava su poche persone: quelle che osano prendere le decisioni che nessun altro potrebbe prendere. In genere queste decisioni sono di uccidere tutto e tutti, e naturalmente, dopo, neanche un dubbio, neanche un rimpianto. Perché è questo che fanno gli eroi.

Indovinate chi è questo personaggio

UN FUTURO MOLTO MOLTO DISTANTE

Fin qui, quanto è brutta la trama? Eppure non è l'unico problema. Appena finita la scena d'apertura ci appaiono già le prime inadeguatezze del film. Ad esempio l'ambientazione, quell'intreccio di particolari e riferimenti che rendono verosimile un mondo fantascientifico, quello sforzo dell'immaginazione che proietta le tendenze del presente nel futuro, osservando anche la linea che l'uomo ha tracciato nei millenni del passato: ecco, qui l'ambientazione manca completamente. 

Ci sono delle macchine volanti, ma in generale la gente continua a usare quelle su ruote. Che in fondo va bene: la ruota è un'invenzione che non passa mai di moda. Però vediamo che la gente si veste come si veste oggi, con cappellini da baseball, jeans e camicie a quadrettoni. Vi ricordo che siamo circa 500 anni nel futuro: cinque secoli, e anche ipotizzando che l'avanzamento culturale velocissimo che abbiamo vissuto nel '900 si fermi qui, il mondo di Cosmic Sin dovrebbe distare dal nostro quanto il nostro da Cristoforo Colombo. La musica è la stessa: le armi sono, in massima parte, le stesse. Non c'è stato un singolo passo avanti culturale in cinque secoli, in mezzo millennio; e gli unici passi avanti tecnologici sembrano essere le astronavi, i viaggi quantici (a.k.a. il teletrasporto), la bomba-q, degli ologrammi di primissima generazione, un robot scattoso che lavora in maniera davvero inefficiente da barista e che, giuro, qualunque team contemporaneo di studenti di ingegneria elettronica potrebbe costruire, forse un po' meglio. Ah... e gli esoscheletri.

Devo essere sincero: esoscheletri + visione militarizzata del futuro + guerra senza quartiere contro mostri alieni mi aveva portato alla mente Fanteria dello Spazio di Heinlein, da cui suppongo questo film sia in parte ispirato. Naturalmente il fatto che gli esoscheletri, a livello pratico, servano a poco e niente, e che anzi quando vengono usati (sempre per scopi secondari: per viaggiare nello spazio, per atterrare su un pianeta, per comunicare, per l'autodistruzione. Sono esoscheletri militari, ma in battagliano non servono a niente) hanno sempre, sempre, un malfunzionamento.


IL VERO PROBLEMA

Alla fine il problema di questo film non è l'ambientazione. Non è nemmeno che il bello spunto iniziale sia fin da subito sommerso da continue rassicurazioni che gli alieni sono malvagi fino al midollo e che il loro unico scopo è quello di impossessarsi dei nostri corpi, e che anche se avessimo tentato un Primo Contatto non-ostile la loro filosofia - che dev'essere anche la nostra, perché è Vera - è che due razze senzienti che si incontrano devono provare ad annientarsi vicendevolmente.

Il problema di questo film è che ogni cosa è fatta con lo stampino, senza pensarci. Non c'è una linea di dialogo che non sia riportata identica in una decina di altri film. Non c'è un'interazione tra personaggi che sia autentica***. Non c'è una sfumatura della trama che non sappia di già visto almeno un milione di volte. 

Esiste un manierismo ed esiste un post-modernismo citazionale che possono essere considerati, a pienissimo titolo, forme d'arte. Questo film si trova sul lato opposto dello spettro. Anzi, direi che questo film è il contrario di qualunque forma di espressione artistica. Spero, da adesso in poi, di non vedere più nulla del regista e sceneggiatore Mister Edward Drake.



_____

*Per difendersi da chi lo accusa di essere un macellaio, Bruce dice che l'unica cosa che ha fatto è stata eseguire gli ordini dell'Alleanza. Una frase che già dovrebbe gelarci il sangue. Poi però un altro militare gli rinfaccia che in quel momento l'ordine dell'Alleanza lo aveva emanato lui stesso. Non ho capito bene questo scambio di battute: doveva suonare badass per qualche motivo? Di certo non c'è traccia di critica, in questo film. Quindi è solo inquietante.
**La scusa per portarsela dietro in battaglia è che la bomba-q è molto instabile (E VIENE ARMATA SULLA TERRA CON UNA PROCEDURA PRIVA DI CONTROLLI TOP-BOTTOM) e lei è l'unica a saper maneggiarla. Ma la bomba-q viene teletrasportata nello spazio, precipita su un pianeta, rotola in un bosco e, dopo tutte queste cose (successe una dietro l'altra), l'unica cosa che fa l'ingegnere è stringere il tappo. La bomba si stabilizza.
***Esemplare l'interazione "a parte" tra la spalla comica e la bambina trovata - e subito sparita - nella base della colonia invasa.



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