Atto di fede

Col coronavirus in Italia e le istituzioni che, pur lavorando di buonsenso, con le chiusure delle infrastrutture hanno trasmesso il panico alla gente*, vediamo uscire il peggio dalle persone. Mi ha colpito soprattutto il rapporto con la religione di coloro che si sentono impotenti di fronte a questa piccola epidemia: su FB ho visto un post in cui si invocava il "potente nome di Gesù" per debellare il virus. Più simile a un incantesimo, quindi, che a una preghiera: qualcosa che mi sarei aspettato in un Onorio Magno o giù di lì, e che ci ricorda ancora una volta come molti cristiani mischino la loro fede alla superstizione. Ah, Leone III Isaurico, dove sei quando abbiamo bisogno di te?
Ancora, molti si sono ricordati di quell'intervento, degno di ammirazione, di San Giovanni Bosco e del suo oratorio, che nel 1854 a Torino assistettero i malati di colera. Ne avevo discusso in classe coi miei bambini in occasione della festività di Don Bosco, spiegando loro che la religione cristiana ci insegna a occuparci dei più sfortunati anche quando ciò può essere pericoloso - che è poi il bellissimo messaggio dell'Ama il prossimo tuo come te stesso. Ecco, quando sui social si parla di questo avvenimento, si ricorda solo il miracolo per cui nessuno, tra Don Bosco e i suoi, si è ammalato: peggio ancora, si dice che la fede ci proteggerà dal virus. Col che:

  1. Si sottintende che chi ha contratto il virus, e magari c'è morto, non aveva abbastanza fede, quindi da un certo punto di vista è pure colpa sua;
  2. Si fraintende il messaggio cristiano cattolico, che non promette nessuna ricompensa in questo mondo per il bene compiuto, che infatti si deve compiere solo per amore del bene e/o di Dio; e proprio qui sta il suo carattere eversivo, la grande rivoluzione di cui si è reso protagonista.


Mi rendo conto che parlare di questo fenomeno non sia come parlare di razzie, o di razzismo, o di paranoie da untore, e quindi forse non è quello che si intende per "il peggio dalle persone"; ma è comunque un aspetto dell'isteria collettiva che mi colpisce e mi spiace più di tante altre, a me, e per come sono fatto, per come prendo a cuore le cose.



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*Non sto dicendo che le regioni e i Comuni stiano gestendo male la situazione: il coronavirus è altamente contagioso, benché mortale solo per il 2% della popolazione e benché sintomi gravi si presentino solo nel 20% dei casi, e siano comunque gestibili in ospedale. Permettere la libera circolazione del virus significherebbe costipare le strutture ospedaliere, ed è questo il vero pericolo.

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