Lupo Solitario (in originale Lone Wolf ) è una serie di trenta librogame scritta da Joe Dever e terminata, dopo la sua morte, dal figlio Ben e da Vincent Lazzari , che si sono mantenuti virtualmente fedeli agli appunti di Joe. La Vincent Books ha il merito di averli ritradotti in italiano, e di averli resi facilmente disponibili in libreria. L'apparato strutturale, la grafica, la copertina si segnalano per una notevole cura, quella che conferisce all'oggetto-libro la sua normale bellezza: sono molto diversi dai vecchi librogame che circolavano quando ero piccolo e prima che nascessi, alti e sottili, con bande di colori sgargianti, che cercavano in tutti i modi di segnalarsi come prodotti per bambini. Giustissimo aver restituito dignità al mezzo, e di questo siamo grati alla Vincent Books. Andate a cercarla se volete iniziare le avventure di Lupo Solitario, o se più in generale volete conoscere una Casa Editrice che offre prodotti di qualità. Ora, cos'è un librogame? ...
Ovvero " Amleto e il Complesso di Edipo secondo Freud . Una discussione". David Garrick interpreta Amleto LA PAZZIA DI AMLETO Inizio parlandovi d'altro. La questione della pazzia di Amleto, in sé, non ha molto a che fare col Complesso d'Edipo, ed è quindi meglio sbrigarsela subito, perché a lasciarla lì rischia di diventare problematica. Si può infatti parlare dell'una, la pazzia, perché è manifesta, senza scomodare l'altro, l'Edipo, che al massimo è inconscio - nel senso che neanche Shakespeare ci poteva aver pensato - se non indirettamente, se non parafrasando. Ci si chiede, fuor dai denti, se Amleto fosse davvero pazzo. Chi afferma, e il testo sembra dar loro ragione, che la pazzia sia solo una montatura è convinto che Amleto si fingerebbe pazzo con l'obiettivo di passare inosservato mentre svolge la sua indagine e progetta la sua vendetta alle spalle dello zio. Il che si rivelerebbe un piano singolarmente mal congegnato: da quan...
C'è qualcosa di più terrificante dei video di Slender su YouTube. C'è qualcosa di più nauseante del minestrone la domenica. C'è qualcosa di grande fra di noi. Sto parlando, naturalmente, di piccoli buchi posizionati a intervalli regolari che ci fanno venire la voglia di grattarci. Il termine che state cercando è "pruriginoso" La tripofobia è, letteralmente, la fobia dei buchi. Ma non fobia tipo l'omo-fobia, che poi andate in giro a picchiare i buchi (AHAHA CHE SATIRA SOCIALE PUNGENTE LA MIA). No, è piuttosto assimilabile a una sensazione di repulsa o addirittura di terrore nei confronti di piccoli e profondi buchi reiterati a intervalli regolari. È anche detta, infatti, "fobia dei pattern ripetitivi". Non so se voi, amici lettori, siate o meno tripofobici, ma una cosa ve la posso dire: di certo, in determinate situazioni (di cui parleremo tra un attimo), nemmeno a voi fanno piacere i buchi piccoli e profondi posizionati a interval...
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