Il digiuno

"Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno", disse il digiunatore. "E noi infatti lo ammiriamo", disse comprensivo il sorvegliante. "E invece non dovete ammirarlo", disse il digiunatore. "Bene, allora non lo ammiriamo", disse il sorvegliante, "ma perché mai non dobbiamo ammirarlo?" "Perché io sono costretto a digiunare, non posso fare altrimenti", disse il digiunatore. "Ma guarda un po'", disse il sorvegliante, "e perché non puoi fare altrimenti?" "Perché", disse il digiunatore, e alzando un poco la testolina parlò, con le labbra appuntite come in un bacio, proprio dentro l'orecchio del sorvegliante, affinché nulla andasse perduto, "perché non sono riuscito a trovare cibo che mi piacesse. Se l'avessi trovato, credimi, non avrei fatto tante storie e mi sarei saziato come te e tutti quanti".
Furono le sue ultime parole, ma ancora nel suo sguardo ormai spento c'era la ferma, anche se non più orgogliosa, convinzione di continuare a digiunare.

Franz Kafka, Un digiunatore


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