Forse in Italia mancano gli anticorpi

Che la storia dello Stato-Nazione italiano sia anche e soprattutto una storia di imperialismo è ignorato dalla maggior parte dei cittadini. Lo abbiamo visto con la recente celebrazione della Grande guerra. Guerra che la retorica patriottarda continua a presentare come di difesa, omettendo che fu l'Italia ad attaccare l'Austria, per conquistare terre e risorse.
Quando si parla del nostro passato coloniale, le nebbie si fanno ancora più fitte. La mancata elaborazione del nostro passato coloniale e l'ignoranza sui crimini italiani in Africa condizionano da decenni la nostra cultura, alimentando il mito degli "italiani brava gente" e riproducendo una società con pochi anticorpi nei confronti di razzismo e nazionalismo.
Per questo "officine" come RIC [il collettivo Resistenze in Cirenaica, attiva nelle denunce ai retaggi del colonialismo e del razzismo fascista, e dei segni che questi hanno lasciato nelle città] dovrebbero sorgere in ogni città. E in effetti l'influenza di quel lavoro [qui l'autore fa riferimento alla manifestazione in cui si rinominò "dal basso" Via Libia, a Bologna, Via Vinka Kitarovic, combattente per la Liberazione. L'intento era intelligentemente provocatorio] comincia a farsi sentire. In giro per l'Italia si moltiplicano le azioni di "guerriglia odonomastica", gli interventi sui nomi fascisti e coloniali delle vie.

[Wu Ming 1, Via Libia. Disponibile per intero sul numero 03 Anno LV di linus: Crea il tuo nemico]


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