Ovvero " Amleto e il Complesso di Edipo secondo Freud . Una discussione". David Garrick interpreta Amleto LA PAZZIA DI AMLETO Inizio parlandovi d'altro. La questione della pazzia di Amleto, in sé, non ha molto a che fare col Complesso d'Edipo, ed è quindi meglio sbrigarsela subito, perché a lasciarla lì rischia di diventare problematica. Si può infatti parlare dell'una, la pazzia, perché è manifesta, senza scomodare l'altro, l'Edipo, che al massimo è inconscio - nel senso che neanche Shakespeare ci poteva aver pensato - se non indirettamente, se non parafrasando. Ci si chiede, fuor dai denti, se Amleto fosse davvero pazzo. Chi afferma, e il testo sembra dar loro ragione, che la pazzia sia solo una montatura è convinto che Amleto si fingerebbe pazzo con l'obiettivo di passare inosservato mentre svolge la sua indagine e progetta la sua vendetta alle spalle dello zio. Il che si rivelerebbe un piano singolarmente mal congegnato: da quan...
Sant'Anselmo nel Proslogion : Ergo, Domine, non solum es quo maius cogitari nequit sed es quiddam maius quam cogitari possit, quoniam namque valet cogitari esse aliquid huiusmodi. Si tu non es hoc ipsum, potest cogitari aliquid maius te, quod fieri nequit. Anselmo ci dice che, essendo Dio il Perfettissimo, cioè colui di cui nulla di maggiore è pensabile - nonché la cosa maggiore tra tutte quelle che possiamo pensare -, si debba pensare che esista. Perché, se Dio non esistesse, allora potrei pensare a qualcosa di più grande di Lui; qualcosa che esiste. Cosa che non posso fare. Perciò Dio esiste. Anselmo procede ad absurdum , per assurdo, quasi more geometrico . Se Dio fosse Dio sarebbe perfetto, l'esistenza è maggiore o più perfetta della non-esistenza, quindi se Dio è Dio (che è una cosa certa, per definizione, finché lo chiamiamo Dio) esisterebbe. Il problema a questo punto è se Dio non esistesse. Anselmo avrebbe dimostrato che non esserci è meglio che esserci. ...
Ho completato la seconda avventura di Lupo Solitario * . Della prima avevo parlato qui , perciò, se ancora non l'avete letta, sapete cosa fare. Com'è andata? Diciamo che è andata bene. Alla fine de I Signori delle Tenebre il mio Lupo Solitario era un giovane Iniziato Kai, imbevuto di misticismo e di filosofia marziale, interessato alla giustizia e alla morale e convinto che il combattimento fosse sempre l'ultima risorsa di un cavaliere, ma una risorsa nientemeno. Fedele all'immagine che aveva di sé stesso, all'inizio di Traversata Infernale (ho per così dire livellato, dopo la prima avventura, e ora sono un Aspirante Kai) avevo acquisito la mia sesta Disciplina Kai, lo Psicoschermo, barriera mentale e fisica che mi avrebbe protetto dalle abilità Psicolaser dei miei nemici. Scusate, ho iniziato a parlare in prima persona, ma va bene così: l'effetto di immersione è, come sapete, essenziale alla buona riuscita di un librogame. Le Discipline Kai sono le ab...
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