Tre pensieri sconnessi

... ma tutti, sorpresa, riguardanti i libri (e lo scorso sabato sera).

NOMINA SUNT NUMINA 
Sabato ero a Milano, alla stazione di Porta Garibaldi, e aspettavo che arrivasse il treno per tornare a casa. Avevo bevuto un paio di drink con degli amici. Non ero ubriaco, ma ero certamente brillo. Mi ero fermato alla Feltrinelli per far passare un po' il tempo, e avevo trovato qualche libro da comprare. Ma avevo lasciato a casa la tessera per distrazione. La commessa mi ha chiesto le generalità per vedere se riusciva a trovarla nell'archivio digitalizzato. Le ho comunicato il mio nome e istantaneamente ho vissuto uno di quei piccoli momenti di dissociazione che tutti prima o poi conosciamo. Com'è possibile che io in qualche modo sia quel nome? mi ero chiesto. Quel nome mi limita, vivo entro i confini che ha tracciato, ho riempito il contenitore di quel nome e per questo ho questa forma? Eppure non mi somiglia per niente. Il cognome non sono io: è troppo altisonante. Quello al massimo sarà mio padre. E il nome di battesimo è così stupido. Io sono Io, e Io significa Me. Non sono "Stefano". Che suono brutto ha, tra l'altro, Stefano M... Come fa la gente a chiamarmi così e a non capire che è sbagliato? Come riesce a non scoppiare a ridere tutte le volte?
Il momento è passato in fretta, come capita sempre a questi momenti. Eppure la commessa non è riuscita a trovare una tessera che fosse associata allo strano, e francamente un po' sospetto, nome che le avevo dato. 


LA VITA È UN INFERNO
In quella Feltrinelli ho comprato un fumetto parecchio bello. Si tratta de Il grande libro dell'Inferno, raccolta delle migliori pagine di Life in Hell, fumettone dallo stile squisitamente underground scritto e disegnato da quel Matt Groening che sarebbe più tardi diventato famoso con una cosetta che si chiama The Simpsons. L'arco temporale coperto dalla raccolta va dal 1980 al 1987. Lunghissimi wall of text, scarabocchi in bianco e nero senza ombreggiature, conigli nevrotici, relazioni disastrose, umorismo dissacrante. Life in Hell è un capolavoro che, pur figlio di quel periodo, oggi rimane fresco e ammiccante come se fosse stato scritto ieri. Fa venir voglia di prendere foglio e matita e mettersi a disegnare il nostro fumetto underground. Che idea sarebbe!
Come voi, mi preoccupo dell'amore e del sesso e del lavoro e del soffrire e delle ingiustizie e della morte, ma mi piace anche disegnare coniglietti dagli occhi gonfi e una tragica retrusione mandibolare (Matt Groening).
Grazie alla Coconino Press per averlo riportato in libreria, anni dopo l'opera meritoria di linus.


AVERE UNA LIBRERIA È COME ESSERE RICCHI
Non nel senso che, se hai i libri, hai tutto, e i soldi non servono più. È che, se non lo sapete, più sei ricco più la gente si affanna a non farti spendere i tuoi soldi. Si dice che, oltre una certa soglia di ricchezza, ti arrivino tante di quelle cose gratis che potresti camparci. Una star miliardaria può ricevere gratuitamente un'auto nuova fiammante perché la casa di produzione spera di farsi un po' di pubblicità (spera cioè che i fan di quella persona, vedendolo su quella macchina e associandola quindi al loro idolo e, più in generale, a un senso di successo, la acquistino più volentieri); quando magari c'è qualcuno che ha bisogno di un'auto per andare al lavoro e non ha i soldi per comprarla, e sicuramente sarebbe molto più grato per quel regalo. Oppure, una persona ricca e potente riceve molti doni da persone meno ricche di lei nella speranza che le prenda in simpatia e faccia qualcosa in cambio. E così via. I soldi, insomma, chiamano i soldi, e meno hai bisogno di qualcosa, più il mondo vuole dartene.
La stessa cosa con i libri. I libri chiamano i libri, dopo un certo numero di acquisti. E ormai non è raro che mi arrivino pacchi di libri da amici o vicini che hanno deciso di mettere in ordine la propria casa e si chiedono cosa mai se ne possano fare di tanta fastidiosa carta. A una certa età, sembra che i libri non siano più eleganti da mostrare. Piuttosto che buttarli, quindi, a molti pare una buona idea regalarli al figlio di quella vecchia conoscenza, oppure a quel vicino di casa un po' strano, che ne ha già un po' e saprà bene dove metterli. Sabato sera, rientrato giusto dalla mia giornata milanese, ho scoperto che mi era arrivato un altro di questi pacchi di libri di seconda mano. Non mentirò: la maggior parte è di scarso interesse, e tra quelli validi molti sono doppioni. Ma ogni tanto mi aspetta qualche sorpresa. Nel pacco di sabato ho trovato La storia, di Elsa Morante, e Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana di Gadda - entrambi libri che avevo intenzione di comprare, ma il cui acquisto ho sempre rimandato perché di solito ho già tanta carne al fuoco (bene: ora, quando arriverà il momento giusto, li avrò in casa) - e una biografia di Virginia Woolf, che leggerò con piacere.
Ne approfitto per fare un appello. A te che stai leggendo questo articolo, o caro internauta, se hai qualche libro che vuoi buttare, mandamelo. Qui da me non sarà solo. Anzi, sarà pieno di amici. Di seguito, una foto di libri felici per dimostrarti che, da noi, il tuo libro sarà trattato da re.

Come sono felici i miei libri in attesa di venire smistati sui rispettivi scaffali!


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