Un mondo da buttare

Siamo sopraffatti dal consumismo [...]. Nell'uomo prevale una mentalità a tal punto nichilista da costringerlo a credere che solo adottando, in maniera metodica e su ampia scala, il principio del consumo e della distruzione degli oggetti si possa arrivare al benessere e all'esercizio della libertà.
Laddove la produzione non tollera interruzioni, le merci hanno assoluta necessità di essere consumate e, se il bisogno non è spontaneo, bisognerà creare le condizioni essenziali perché il bisogno diventi un fatto indispensabile. A ciò assolve la pubblicità, che ha la funzione di assecondare la nostra necessità di distruggere i beni. [...] In una società come la nostra, dove l'identità di ciascuno è sempre più rappresentata dagli oggetti che possiede, gli stessi devono essere sostituiti nel più breve tempo possibile con altri oggetti di migliore qualità, perché questo impone la società stessa. Ed allora il dilagare del sistema di distruzione d'ogni cosa risulta, paradossalmente, quasi la garanzia per il mantenimento della nostra sopravvivenza.

[Fabrizio Ciappi, Prefazione
in Giovanni Mancini, L'intervento sul disagio scolastico in adolescenza]


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