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Visualizzazione dei post da marzo, 2017

Le dieci sigle più belle della storia dei telefilm

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Si è parlato tanto di telefilm, negli ultimi anni, come della nuova frontiera della letteratura, sia d'intrattenimento che colta. Tralasciando l'ormai tragica confusione di medium, che è una delle grandi malattie della critica popolare, capisco e condivido il sentimento di questa affermazione perché io stesso sono un grande consumatore di serie televisive. Ho quindi deciso di ritagliarmi questo articolo per scriverne un po'. Di telefilm, si diceva, parlano in tanti - ma poco spazio, almeno per quello che ho potuto constatare, è stato dedicato a quella nuova forma d'arte senza la quale i nostri pomeriggi su Netflix non sarebbero più gli stessi: l'arte di comporre, di questi telefilm, le sigle d'apertura. Non voglio colmare questo vuoto - non ne sarei capace -, ma così, per sfizio, mi è venuta l'idea di raccontarvi quali sono le mie sigle preferite. Le sigle sono elencate non in ordine di bellezza (non sono capace di fare queste classifiche), ma in ordin

Gli inganni di Locke Lamora, L'Ultimo Elfo, L'Ombra del Torturatore

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Vivere (d)i libri è, credo, la più vecchia rubrica di questo blog, e quella che, in coscienza, non chiuderò mai. Questo perché leggo molto, e prima o poi di dire qualcosa sui libri che leggo mi viene voglia. Gli ultimi due appuntamenti con Vivere (d)i libri sono stati articoli tematici: fumetti e libri che vorrei vedere pubblicati in Italia . Anche questo articolo sarà tematico, e riguarderà la nostra vecchia amica, la mia prima passione,  la letteratura Fantasy . GLI INGANNI DI LOCKE LAMORA di Scott Lynch Non so perché finora avessi evitato Gli Inganni di Locke Lamora . Il titolo mi incuriosiva e anche la trama, ma per qualche motivo lo associavo alla saga di Bartimeus di Jonathan Stroud che, odiatemi, non mi ha mandato fuori di testa. Bellissima l'idea iniziale, ma stile anonimo e svolgimento classico e noiosetto (parlo del primo libro: più in là non sono andato). Invece Locke Lamora non è Bartimeus . Non è neanche, credo, un libro propriamente per ragazzi, vista la