Breve sopralluogo dell'Inferno

Questo post fa parte della serie blogathon su Jack lo Squaratore organizzata da Red Jack (best nome, se siete come me e, sul vostro blog, vi firmate Jumping Jack solo perché siete arrivati secondi). 

Il banner ufficiale

Credo di essere stato uno dei primi a venire a conoscenza di questa iniziativa, o almeno a scegliere l'argomento. Ho preso il più ghiotto, e gli altri a quest'ora si staranno mangiando le mani per essersi fatti battere sul tempo. Parlo della graphic novel (ma a me piace ancora chiamarle "fumetto") di Alan Moore ed Eddie CampbellFrom Hell.

Era il periodo in cui non avevo ancora letto tutto quello che Alan Moore aveva scritto, e potevo trovare in libreria o in fumetteria alcuni suoi lavori maggiori da godermi da verginello. Oh, tempo felice! Stavo per partire per la montagna con mio padre - sarà stato luglio - e mi ero fermato in libreria. Lì, in quel sottoscaffale che tenevano per i fumetti, l'avevo visto: nero e rosso e bianco, l'omnibus della Magic Press di From Hell. Giunto in montagna passai una o due notti insonni a leggerlo dall'inizio alla fine, e forse a rileggerlo. Al capitolo in cui William Gull e Neatley viaggiano per le strade di Londra, parlando di storia segreta e di architettura sacra, mi sentii come invaso dalla febbre (come Neatley in quelle pagine), ma non riuscii lo stesso a fermarmi. Quel capitolo famigerato scrivendo il quale - allora non lo sapevo - Alan Moore, dallo scettico materialista che ci aveva regalato Miracleman, si era trasformato nello stregone modaiolo che ci avrebbe dato Promethea. La leggenda dice che, quello che era cominciato come un esercizio di narrativa, aveva finito per convincere il suo autore della propria esattezza: poteri della letteratura. In realtà, più probabilmente, si è trattato del punto di arrivo di un lungo percorso interiore che aveva interessato - forse per anni - il bardo di Northampton.



Prima di leggere il libro avevo visto il film con Johnny Depp, il risciacquato e insipido e vagamente pop La vera storia di Jack lo Squartatore. Ora, la cosa che più colpisce paragonando le due versioni è che il film è un giallo con risvolti soprannaturali (non mi azzarderei a definirli metafisici), mentre il fumetto è un vero e proprio romanzo-mondo colmo di personaggi, di intrecci, di psicologie. Nel fumetto noi sappiamo fin da subito chi è lo Squartatore: il nostro interesse è tutto per la sua interiorità. Il film tra l'altro difetta della visionarietà di un Alan Moore, e fallisce nel dipingere Jack come quell'antesignano del XX secolo che Moore aveva in mente.
From Hell è un fumetto che si presta a infinite riletture. Ogni personaggio, persino le comparse, ha una propria dignità. La tragedia schizofrenica di William Gull, massone e medico della famiglia reale, è narrata con quell'abilità che solo uno dei migliori scrittori nostri contemporanei riesce a dimostrare, e si snoda conducendoci da epifania a epifania dentro la mitologia iniziatica di Gull - e di BlakeÈ un fumetto crudo, febbrile, con scene di sesso forse le meno romanticizzate e, da un certo punto di vista, le più verisimili che io abbia mai letto. I minuscoli e iperdettagliati disegni di Eddie Campbell, che divide la pagina in nove vignette e che è pronto a sopprimerle a favore di effetti drammatici, si sposano perfettamente con la scrittura di Moore, e lasciano il segno sull'atmosfera sempre più cupa e asfittica della storia.


Mirate Jahbulon, il Dio di From Hell

Recuperate From Hell. Vivaddio, viviamo in un mondo in cui non è poi così difficile trovare i fumetti che ci piacciono. Questo fumetto, al pari di altri lavori di Moore, di Gaiman, di King, di Vaughan e di tanti altri sceneggiatori talentuosi, travalica quelli che fin troppo spesso e a torto sono considerati i limiti del formato-fumetto, quegli standard inferiori che applichiamo quando parliamo di fumetti, per entrare a gamba tesa nel mondo della grande letteratura, al di fuori del tempo.

Commenti

  1. Grazie per l'intteressante articolo per la Blogathon. Concordo con te nel dire che il fumetto vale 10 volte il film

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le lezioni americane di Italo Calvino: Leggerezza, Rapidità, Esattezza

Che schifo, la tripofobia!

La poesia è davvero soggettiva?