La regina decide di scrivere un libro

"Chissà," disse la regina allegramente "magari il mio libro potrebbe sconfinare nella letteratura".
"Avrei detto" fece l'altro "che Sua Maestà fosse al di sopra della letteratura".
"Al di sopra della letteratura?" esclamò lei. "Chi mai può essere al di sopra della letteratura? Sarebbe come essere al di sopra dell'umanità. Ma, ripeto, non ho ambizioni letterarie, mi interessano l'analisi e la riflessione. Ci sono quei dieci primi ministri". Fece un sorriso smagliante. "C'è molto su cui riflettere. Ho visto il paese entrare in guerra più volte di quante ami ricordare. Anche lì c'è da pensarci su".
Sua Maestà sorrideva ancora, ma la imitarono solo i più anziani, che non avevano niente da perdere.
"Ho incontrato e anche ospitato molti capi di Stato in visita ufficiale. Certi erano dei farabutti fatti e finiti, con mogli della stessa risma". Qui almeno ci fu qualche mesto cenno d'assenso.
"Ho teso la mano guantata di bianco a mani grondanti di sangue e conversato amabilmente con uomini che avevano trucidato dei bambini. Mi sono fatta strada tra escrementi e sangue rappreso, e spesso ho pensato che l'equipaggiamento essenziale per una regina è un paio di stivaloni di gomma.
"Su richiesta dei miei vari governi sono stata costretta a acconsentire, seppure passivamente, a decisioni a mio parere avventate e spesso ignobili. A volte mi sono sentita come una candela mangiafumo mandata qua e là per profumare delle dittature: al giorno d'oggi la monarchia è solo un deodorante governativo.
"Io sono la regina d'Inghilterra, ma negli ultimi cinquant'anni me ne sono vergognata spesso [...]".

[Alan Bennett, La sovrana lettrice]



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