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Visualizzazione dei post da 2018

Sessualità femminile nelle teorie di fine Ottocento (ovvero: un retaggio da cui ancora non ci siamo allontanati)

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In una serie di opere pubblicate alla fine dell'Ottocento (tra cui particolarmente importanti Psycopathia Sexualis , di Richard von Kraft-Ebing, del 1886; o La donna delinquente, la prostituta e la donna normale , pubblicato nel 1893 e scritto da Cesare Lombroso e Guglielmo Ferrero) prende forma una doppia immagine della sessualità, e in particolare di quella femminile. Kraft-Ebing ritiene che le donne siano caratterizzate da una sostanziale passività sessuale, che ne fa dei puri oggetti del desiderio maschile: la regola che vuole sia il maschio a corteggiare la donna diventa per il medico tedesco espressione di una realtà propria della psiche maschile (attiva) e femminile (passiva); quindi ogni donna che viva in modo più libero e autonomo la propria sessualità, o che magari sia la prima a fare avances all'uomo, viene da lui considerata una "anormale", meritevole di cure psichiatriche e, se la sua "incontrollata sessualità" la spinge a comportamenti estremi

Ultime note autobiografiche

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Quest'estate, sulla pagina FB del blog , avevo provato a elencare i dieci libri più importanti, o più belli, della mia vita. Li ripeto. L'ordine non è qualitativo ma cronologico: Il Mattino dei Maghi , di Louis Pawels e Jacques Bergier; Sandman , di Neil Gaiman (et al.); Il Cavaliere Inesistente , di Italo Calvino ; Gli Invisibili , di Grant Morrison (et al.); Nove Racconti , di J.D. Salinger ; Watchmen , di Alan Moore e Dave Gibbons; Finzioni , di J.L. Borges ; Altre Inquisizioni , di J.L. Borges; La Saga di Terramare , di U.K. Le Guin ; La Saga di Paperon de' Paperoni , di Don Rosa*. Mi ero ripromesso di scrivere un articolo in cui spendere due parole su ognuno di questi titoli, e chiedere scusa per gli altri che avrebbero meritato di essere inclusi ma che, per una questione legata al sistema decimale, non avevo potuto menzionare ( Nostra Signora di Parigi, I Reietti dell'Altro Pianeta, Il Pendolo di Foucalt, Cuori in Atlantide, L'Ultimo Elfo, Pe

Breve sopralluogo dell'Inferno

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Questo post fa parte della serie blogathon su Jack lo Squaratore organizzata da  Red Jack  (best nome, se siete come me e, sul vostro blog, vi firmate Jumping Jack solo perché siete arrivati secondi).  Il banner ufficiale Credo di essere stato uno dei primi a venire a conoscenza di questa iniziativa, o almeno a scegliere l'argomento. Ho preso il più ghiotto, e gli altri a quest'ora si staranno mangiando le mani per essersi fatti battere sul tempo. Parlo della graphic novel (ma a me piace ancora chiamarle "fumetto") di Alan Moore ed Eddie Campbell ,  From Hell . Era il periodo in cui non avevo ancora letto tutto quello che Alan Moore aveva scritto, e potevo trovare in libreria o in fumetteria alcuni suoi lavori maggiori da godermi da verginello. Oh, tempo felice! Stavo per partire per la montagna con mio padre - sarà stato luglio - e mi ero fermato in libreria. Lì, in quel sottoscaffale che tenevano per i fumetti, l'avevo visto: nero e rosso e bia

Cose che, nonostante tutto, sono ancora attuali

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[...] Lo spettatore [televisivo] vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti. [...] Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto, confortando le altrui naturali tendenze all'apatia e alla pigrizia mentale. Pone gran cura nel non impressionare lo spettatore, non solo mostrandosi all'oscuro dei fatti, ma altresì decisamente intenzionato a non apprendere nulla. In compenso Mike Bongiorno dimostra sincera e primitiva ammirazione per colui che sa. Di costui pone tuttavia in luce le qualità di applicazione manuale, la memoria, la metodologia ovvia ed elementare: si diventa colti leggendo molti libri e ritenendo quello che dicono. Non lo sfiora minimamente il sospetto di una funzione critica e creativa della cultura. Di essa ha un criterio meramente quantitativo. In tal senso (occorrendo, per essere colto

Non sentitevi in colpa

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Si era già parlato di questo argomento a queste coordinate , ma mi sembra giusto tornarci sopra. Per mandare un messaggio a tutti quelli che si sentono inadeguati a stare nel mondo della letteratura. Questo articolo nasce dal fatto che, spesso, quando si parla di autori essenziali , di quelli che apparterebbero al Canone Occidentale se il Canone Occidentale accettasse la Sci-Fi , ecchepperò a me proprio non piacciono; ecco, allora quando si parla di loro mi sento terribilmente in colpa . Io vorrei essere un tipo cool. Uscire coi ragazzi più grandi, che magari hanno dieci o vent’anni più di me e leggono fantascienza dal mattino alla sera, e sentirmi uno di loro. Parlare da paro a paro coi veri custodi del Fantastico in Italia. Il problema però è che non mi piacciono alcuni autori che, guai a te! sarebbe come cercare di insegnare Lettere in un liceo senza apprezzare il Manzoni (per inciso, a me invece Manzoni piace). Da qui il senso di inadeguatezza, quando mi confronto con loro sui t

Cose che ci fanno tirare avanti

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Cose (belle) che mi fanno andare avanti quest’estate, in generale non così bella causa motivi lavorativi e personali. Ve le segnalo, nel caso servisse anche a voi qualcosa di bello, ma veramente bello, per poter prendere una boccata d’aria e fuggire per un attimo dal caldo asfissiante, dal lavoro, dallo studio, da una vita sentimentale meno ricca di quanto vi sareste augurati. Insomma, ecco le mie: I fumetti di Tom Gauld , che potete trovare comodamente sul suo tumblr . Di Gauld avevo già parlato sulla pagina Facebook del blog , complimentandomi con lui per il meritatissimo Eisner Award per il miglior fumetto umoristico ( Baking with Kafka ). Questo autore anglosassone, pubblicato dal Guardian , dal New Yorker e dal  New Scientist , minimalista nel disegno, delicato e poetico nella scrittura e nell’organizzazione delle tavole, è quasi unico nel panorama dei vignettisti contemporanei. Le sue strisce trattano di letteratura, di scrittura e di ricerca (fanta)scientifica. Cosa

Se ti rubano i contenuti sei tu in torto

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Internet ruba e non è un mistero. Se siete creatori di contenuti originali, qualcuno che li considera validi ve li scaricherà e poi li ricaricherà da qualche altra parte, per prendersi un po' di like, che sono la moneta dei social. Qualche mese fa io stesso ho scoperto una pagina di Psicologi che aveva caricato un mio meme originale senza segnalarmi come autore, e si era fatta così qualche migliaio di like. Il meme in questione era: Ora, io segnalai tra i commenti che il meme apparteneva a me. Ero un po' arrabbiato, perché una pagina decisamente più grande della mia aveva "rubato" un mio contenuto e si stava ingrassando su un lavoro che, non sarà stato così sottile, ma l'avevo comunque fatto io. L'admin della pagina mi rispose gentilmente: si scusò, dicendo che il meme le era stato passato in chat senza indicazioni sulla provenienza, e subito lo corresse aggiungendoci non soltanto il nome della mia pagina ma anche il link per chi volesse iscriversi. Così s

La Confraternita delle Librerie

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Appartenere alla Confraternita delle Librerie (io vi appartengo da quando avevo otto o nove anni) significa essere quel tipo di persona che, quando vede una libreria lungo la strada, non riesce a resistere all'impulso di entrarci. O, se ci riesce, lo fa a prezzo di enormi fatiche. Se anche voi fate parte di questa sublime massoneria, riconoscerete facilmente i vostri confratelli da tutta una serie di indizi. Innanzitutto, sono quelli che introducono surrettiziamente libri in ogni conversazione. Oh, guarda, è arrivato il luna park, come in quel romanzo di Bradbury, come si chiamava? Il popolo dell'autunno . Dio, vorrei che lo ristampassero in fretta. Poi sono quelli che, ovunque vadano, in vacanza o in viaggio di lavoro o solo in giro la domenica pomeriggio, si guardano sospettosamente attorno come in un romanzo di Spillane , perché sono alla ricerca di una libreria. E quando la trovano non possono fare a meno di chiederti se ti va di fermarti un attimo, solo per vedere quello

Stat rosa pristina nomine

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Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa, se avesse un altro nome non emanerebbe la stessa fragranza? Be', io dico di no, se si chiamasse "cacca merdina". Il mio nome è un nome greco che, come la Kether qabbalistica, significa "corona" (più eventuali sinonimi e variazioni sul tema). L'unica cosa che mi abbia mai messo in tasca è che, quando iniziai il Ginnasio, il prof. di storia decise di interrogare me per primo, per sua ammissione attratto da quella nobile onomastica. I miei genitori non sono classicisti né linguisti, né tantomeno permutatori qabbalistici. Mio papà è elettricista e mia mamma ragioniere. E tuttavia dietro la scelta di un nome si può nascondere molto. Il post di oggi è speciale per due motivi: uno, perché parlo di me a viva voce (finalmente potrete sentire la mia voce, non vedevate l'ora, semplicemente cliccando il tasto  play  sulle registrazioni qui sotto. Non vi preoccupate: nessuna, singolarmente, eccede il minuto);

La regina decide di scrivere un libro

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"Chissà," disse la regina allegramente "magari il mio libro potrebbe sconfinare nella letteratura". "Avrei detto" fece l'altro "che Sua Maestà fosse al di sopra della letteratura". "Al di sopra della letteratura?" esclamò lei. "Chi mai può essere al di sopra della letteratura? Sarebbe come essere al di sopra dell'umanità. Ma, ripeto, non ho ambizioni letterarie, mi interessano l'analisi e la riflessione. Ci sono quei dieci primi ministri". Fece un sorriso smagliante. "C'è molto su cui riflettere. Ho visto il paese entrare in guerra più volte di quante ami ricordare. Anche lì c'è da pensarci su". Sua Maestà sorrideva ancora, ma la imitarono solo i più anziani, che non avevano niente da perdere. "Ho incontrato e anche ospitato molti capi di Stato in visita ufficiale. Certi erano dei farabutti fatti e finiti, con mogli della stessa risma". Qui almeno ci fu qualche mesto cenno d'asse

Le lezioni americane di Italo Calvino: Visibilità, Molteplicità, Cominciare e Finire

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[QUI la prima parte dell'articolo sulle Lezioni Americane] Nel 1985  Italo Calvino  si apprestava a tenere una serie di conferenze, o  lectio , presso l'Università di Harvard, riguardanti la letteratura e la forma che essa avrebbe assunto nel millennio incombente. Le  lectio  non vennero completate a causa della morte di Calvino nel settembre di quello stesso anno. Nelle bozze delle conferenze Calvino elenca una serie di antinomie: leggerezza vs. pesantezza, rapidità vs. divagazione... Si schiera dalla parte di uno dei due termini, riconoscendo in quello e non nell'altro una caratteristica della propria particolare letteratura, ma senza condannare l'altro, anzi a suo modo riconoscendone le ragioni. Ho pensato che sarebbe stato bello, per una volta, discutere non delle regole che dovreste seguire per scrivere (come di solito si fa sui blog), ma delle forme che potrebbe potenzialmente assumere la vostra scrittura. Iniziamo quindi ad analizzare le lezioni americane

Le lezioni americane di Italo Calvino: Leggerezza, Rapidità, Esattezza

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Nel 1985 Italo Calvino si apprestava a tenere una serie di conferenze, o lectio , presso l'Università di Harvard, riguardanti la letteratura e la forma che essa avrebbe assunto nel millennio incombente. Le lectio non vennero completate a causa della morte di Calvino nel settembre di quello stesso anno. Nelle bozze delle conferenze Calvino elenca una serie di antinomie: leggerezza vs. pesantezza, rapidità vs. divagazione... Si schiera dalla parte di uno dei due termini, riconoscendo in quello e non nell'altro una caratteristica della propria particolare letteratura, ma senza condannare l'altro, anzi a suo modo riconoscendone le ragioni. Ho pensato che sarebbe stato bello, per una volta, discutere non delle regole che dovreste seguire per scrivere (come di solito si fa sui blog), ma delle forme che potrebbe potenzialmente assumere la vostra scrittura. Iniziamo quindi ad analizzare le lezioni americane di Italo Calvino, le "proposte per il prossimo millennio".