Attraverso uno specchio, in un enigma

Di nessuna grande verità lo spirito medievale era tanto convinto quanto delle parole di San Paolo ai Corinzi: Videmus nunc per speculum in aenigmitate, tunc autem facie ad faciem. Il Medioevo non ha mai dimenticato che qualunque cosa sarebbe assurda, se il suo significato si limitasse alla sua funzione immediata e alla sua forma fenomenica, e che tutte le cose si estendono per gran tratto nell'aldilà. Questa idea è familiare anche a noi, come sensazione non formulata, quando ad esempio il rumore della pioggia sulle foglie degli alberi o la luce della lampada sul tavolo, in un'ora tranquilla, ci dà una percezione più profonda della percezione quotidiana, che serve all'attività pratica. Essa può comparire talora nella forma di una oppressione morbosa che ci fa vedere le cose come già impregnate di una minaccia personale o di un mistero che si dovrebbe e non si può conoscere. Più spesso però ci riempirà della certezza tranquilla e confortante che anche la nostra esistenza partecipa a quel senso segreto del mondo.

Johan Huizinga, Autunno del Medioevo.


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