L'esordiente della settimana?

Mi è stata segnalata, alcune settimane fa, questa notizia sul sito dell'ANSA, riguardante l'esordiente Luca D'Andrea. D'Andrea all'epoca stava pubblicando La sostanza del male (Einaudi, attualmente in cima alle classifiche), un romanzo che prima ancora di finire sul mercato era già stato venduto a una ventina (!) di Case Editrici estere. Normalmente direi congratulazioni, assurdo ma congratulazioni, non fosse che la faccenda mi lascia perplesso per via di un particolare di cui vorrei parlare oggi.
Luca D'Andrea non solo è omonimo di quel G.L. D'Andrea autore della serie di romanzi-flop Wunderkind, ma i due sono anche indistinguibili, e i loro libri sono entrambi urban fantasy molto cupi incentrati su un uso disinvolto di immagini lovecraftiane e barkeriane. Insomma, da subito mi è venuto da pensare che, nonostante l'ANSA parlasse di "romanzo d'esordio", D'Andrea fosse in realtà il veterano della scrittura G.L.

G.L. D'Andrea, 2009
[fonte: fantasymagazine]

Luca D'Andrea, 2016
[fonte: ANSA]

L'errore sul sito dell'ANSA è stato segnalato tra i commenti. La notizia tuttavia non è mai stata corretta. Nel frattempo vari siti hanno iniziato a pubblicare articoli sull'"esordio" di D'Andrea. La Repubblica è caduta nello stesso errore, e l'Einaudi cita il suo articolo senza preoccuparsi di correggerlo. Qualcuno che pubblichi la notizia senza strafalcioni c'è: il Post, senza giri di parole - del resto, non è un mistero -, scrive chiaramente che G.L. e Luca sono la stessa persona. Eppure ieri, sul solito Tuttolibri, Sergio Pent ricasca nell'errore di scrivere che La sostanza del male è un libro d'esordio.

[Paperoga eroe dello spazio, di Gagnor e Sciarrone]

Ora, per come la vedo io, i casi sono tre. Il primo, che G.L. e Luca siano due persone distinte, e che l'omonimia e la somiglianza siano da attribuire al fatto che sono in realtà gemelli omozigoti. Se così fosse evviva, li ho fatti rincontrare! Mi sembra comunque di poterla scartare. Il secondo, che ci sia stato un errore a monte, in buona fede, e che qualcuno abbia parlato di romanzo d'esordio senza sapere (del resto, è normale che G.L. e il suo agente vogliano dimenticare l'imbarazzante storia editoriale di Wunderkind); che l'ANSA abbia pubblicato la notizia e che poi, a cascata, tutti l'abbiano ripresa. Credo sinceramente che sia l'ipotesi più probabile.

Il terzo caso è quello a cui preferisco non pensare. Riguarda il fatto che un autore esordiente, precario e di belle speranze, uno di noi, che al primo romanzo riesce a sfondare non solo in Italia ma in tutto l'Occidente, colpisca l'immaginazione del pubblico (che, come tutti sanno, in Italia compra un libro valutando in primis la persona che l'ha scritto) più di un ex scrittore fantasy di scarso successo, ricordato negli anni per l'ego smisurato e per la lunga serie di baruffe iniziate con chiunque si fosse azzardato a non apprezzare il suo, a detta di molti mediocre, lavoro. In questo caso, sia chiaro, l'Einaudi avrebbe creato un personaggio fasullo allo scopo di ingannare i lettori e vendere il libro. Un inganno piccolo e su cui non vale la pena soffermarsi più di così (in fondo, chi conosceva il lavoro di G.L. non farà fatica a collegarlo a quello di Luca, ed Einaudi lo sa), ma comunque un inganno, un mezzuccio, una tattica indegna di una C.E. con la sua storia.
Spero che la faccenda venga chiarita al più presto.

Se voleste saperne di più su G.L. e sul suo primo romanzo, vi consiglio questi cinque link che hanno il pregio di riportarci indietro fino all'Era Mesozoica di internet, quando i dinosauri camminavano sulla Terra e i grandi alberi erano re. Almeno gli ultimi due mi sembrano una lettura interessante in rapporto al presente "Caso D'Andrea":

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