C'è qualcosa di più terrificante dei video di Slender su YouTube. C'è qualcosa di più nauseante del minestrone la domenica. C'è qualcosa di grande fra di noi. Sto parlando, naturalmente, di piccoli buchi posizionati a intervalli regolari che ci fanno venire la voglia di grattarci. Il termine che state cercando è "pruriginoso" La tripofobia è, letteralmente, la fobia dei buchi. Ma non fobia tipo l'omo-fobia, che poi andate in giro a picchiare i buchi (AHAHA CHE SATIRA SOCIALE PUNGENTE LA MIA). No, è piuttosto assimilabile a una sensazione di repulsa o addirittura di terrore nei confronti di piccoli e profondi buchi reiterati a intervalli regolari. È anche detta, infatti, "fobia dei pattern ripetitivi". Non so se voi, amici lettori, siate o meno tripofobici, ma una cosa ve la posso dire: di certo, in determinate situazioni (di cui parleremo tra un attimo), nemmeno a voi fanno piacere i buchi piccoli e profondi posizionati a interval
Eccovi una confidenza. Non è nulla di imbarazzante: è solo che il mio regista preferito è Sergio Leone e che il mio film preferito è C'era una volta in America . La locandina di C'era una volta in America In questo articolo cercherò di fornire una spiegazione più o meno soddisfacente di due problemi ancora irrisolti di questo film: il rapporto tra Max e Noodles - i protagonisti, per chi non lo sapesse - e il mistero della scena finale. Il secondo, per quanto ne so, è del tutto originale; ma nel caso mi sbagliassi, vi prego di segnalarlo tra i commenti. Attenzione che l'articolo è pieno di spoiler: se ne sconsiglia la lettura a chi non ha visto il film. MAX E NOODLES Che il rapporto tra Max e Noodles vada ben oltre l'amicizia è una faccenda chiara a tutti. Quelli che osano direbbero che si tratta di un rapporto omoerotico platonico; e sarebbero assolutamente nel giusto. Quelli che osano un po' di più (e io sono tra questi) direbbero che Max ha una
Qualche articolo fa , forse vi ricorderete, ho discusso della pazzia di Amleto, del perché sia impazzito, e nel suo caso se si possa parlare di pazzia o meno. L'articolo faceva parte di un progetto di analisi di Shakespeare inaugurato in occasione del quattrocentesimo anniversario dalla sua morte. A tal proposito, quattrocento anni fa moriva anche Miguel de Cervantes . La morte di Cervantes è avvenuta, se non, come vuole la tradizione, lo stesso giorno, comunque a pochi giorni di distanza da quella di Shakespeare. Potrei prendere la palla al balzo e allo stesso modo discutere i motivi della pazzia di Don Chisciotte ; ma sarebbe tempo perso, un esercizio un po' sterile, sia per me scriverne che per voi leggerne. Perché? Cerco di spiegarmi. Partiamo da ciò che dice Cervantes. Quando descrive l'origine della pazzia di Alonso Chisciano, non spreca molte energie: ci dice semplicemente che [...] per il poco dormire e per il molto leggere gli si prosciugò il cervello, in mo
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