La scimmia sul lettino

Questo primo post di Psicolgia e Scrittura è dedicato a voi, miei giovani ignoramus, che quando entrate nello studio del vostro psicanalista non vi guardate attorno e vi tuffate a pesce morto sul lettino. Solo che il lettino non c'è, voi andate a sbattere sul pavimento, rimbalzate e, per non far capire che avete sbagliato, fingete di voler nuotare sulle piastrelle.

Che il vostro istruttore dice che pilates fa e non fa

Il mondo della psicologia è pieno di luoghi comuni sbagliati, perpetrati da un universo di telefilm, film, romanzi di cattivi scrittori, e mai sbugiardati da un pubblico distratto. Qualche anno fa uscì sì In Treatment, una serie che perlomeno non tratta gli psicologi come dei fricchettoni che, gira e rigira, non fanno mai nulla; ma pare lo stesso che il granitico stereotipo dello psicologo, il cui lavoro tutti credono inizi e finisca con l'ascoltare chi ascoltatori non ha, sia duro da abbattere.
Iniziamo con qualche debunking: gli psicologi per le loro terapie non usano il lettino (o chaise-longue, come sarebbe più giusto chiamarlo) a meno che non siano dei freudiani puri. Ma puri di quelli che Freud gli pare si prenda un po' troppe libertà. Altrimenti gli psicologi stanno dietro a una scrivania, o su una poltrona posta accanto alla vostra, a novanta o centocinquanta gradi, e vi parlano guardandovi in faccia, da pari. Del resto ricordo che il mio professore di Dinamica Avanzata, elencando i motivi per cui si potrebbe usare il lettino, disse che tra questi Freud infilava anche la sua personale difficoltà a sostenere lo sguardo dei pazienti in certi momenti della terapia.
Son scelte personali, insomma.

Quando incontri uno psicologo fissalo negli occhi finché non abbassa lo sguardo.
Per fargli capire chi comanda

E sfatiamo anche il mito che gli psicologi ipnotizzano: ci sono scuole che prevedono l'uso dell'ipnosi in seduta, e altre che invece lo sconsigliano. L'ipnosi è stata tra l'altro accusata di essere la fonte di certi disturbi iatrogeni, tra cui il famigerato Disturbo Dissociativo dell'Identità (che nell'ICD-10 si chiama da Personalità Multiple)... quindi attenzione.
In conclusione, ricordiamo ancora una volta che lo psicologo non coincide con il professionista dipinto dalla cultura pop. Che sbaglia a dipingere tutto, quindi perché non lo psicologo? Solo che per qualche motivo, per lo psicologo anche gente abbastanza sveglia si fida.
Il suo lavoro non è quello "che farebbe il tuo migliore amico gratis". Non è lì perché voi vi sfoghiate. I suoi pazienti non sono lì perché non hanno nessun altro con cui parlare. Lo psicologo non agisce sulla vita del paziente, salvo rari casi, con consigli direttivi. Ma allora, cos'è uno psicologo? Lo psicologo - anzi lo psicoterapeuta, ché tanto si confondono sempre -, è un professionista (viene pagato) che, attraverso i normali mezzi di un percorso terapeutico, con interpretazioni, chiarimenti, eventuali esercizi e interventi mirati, in poco meno di chissà vi potrà rendere da così:

Steve Urkel, l'eroe indiscusso della mia infanzia

a così:


Superman. Su Krypton era pieno di psicologi, ma forse c'era un po' scarsità di geologi

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